Foto, vino, assaggi e bei discorsi al Museo Melissa Palopoli

20150502_174543(TORRETTA) – Nel pomeriggio in cui la Juventus sfila col tricolore, la Fondazione Melissa-Palopoli, con l’aiuto dell’associazione Radici internazionali e della rivista Il CalabrOne, presenta una mostra fotografica sugli scorci di Calabria. Una vetrina dedicata alle foto di: Giuseppe Pipita, Domenico Palopoli, Gianni de Simone e Salvatore Pucci. Quattro fotografi che con stili personali e divergenti (colori bianco-neri per restare in tema juventino, infrarossi, cromatismo vivace) hanno bloccato e stampato le visioni più evocative. Dalle case crucolesi fino alla zona di Punta Alice. Una varietà di soggetti, dentro il Museo archeologico Melissa-Palopoli, che poi ha dovuto lasciar posto alle sedie. Perché in programma c’è stato anche il dibattito “Conoscenza e promozione del territorio calabrese”. Tematiche tutt’ora in voga e irrisolte. Ne hanno parlato Gianni de Simone (ideatore di Calabrone), Francesca Gallello (Pres.Ass.Int.Radici), l’archeologa Margherita Corrado e i sindaci Vulcano (Crucoli), Murgi (Melissa) e Abenante (Umbriatico). Il consigliere Albanese ha introdotto il tema, ringraziando a più riprese il collega Cerchiara, i promotori del pomeriggio e il team Dj Pugliese.

Mentre il microfono passava di mano in mano, la retorica amorevole sulla Calabria si accingeva a essere il fil rouge degli interventi. Dunque, si è detto: la Calabria è bella, ha le sue ricchezze, è un “museo a cielo aperto”, ha “una grande storia” e una “grande cultura”, “ha un territorio da amare”, “molti studenti ne ignorano le bellezze”, le feste religiose “vanno tutelate” perché rappresentano la “storia presente”. Il sindaco di Melissa Murgi ha però spezzato per un istante l’incantesimo. Snocciolando dati negativi sul turismo, si è scagliato contro il campanilismo. Ma si è schierato a favore della “fontana della memoria”, l’unica cosa capace di “rendere immortale il territorio”. Vulcano ha ribadito l’importanza dell’ aeroporto di Crotone e dei luoghi pieni di storia. Abenante, arrivato in ritardo, ha invece mostrato fastidio verso i giornali che “parlano male” della Calabria, confermando l’utilità dello “stare insieme”. Come chiusa del dialogo, la signora Corrado si è rammaricata per il disastro compiuto ai danni di Capo Colonna (un parco archeologico sommerso dal cemento) e per il conseguente spreco di denaro pubblico.

Non appena il pubblico si è alzato dalla sedia, ha raggiunto una stanza relax. Lì, ha potuto gustare il vino (rosso e bianco) delle cantine Senatore e gli assaggi preparati dall’ Associazione Donne di Crucoli. Non è mancata quella sardella bandita dalla CE.  

Francesco Cerminara

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